Lorenzo Gattoni, ALLA CONFLUENZA DELL’ATTESA, Edizioni L’arca felice 2011
I testi di Lorenzo Gattoni sono sempre caratterizzati da essenzialità e nettezza, da una malinconia lieve che li fa assomigliare a piccoli quadri esposti alla luce incerta di una finestra mentre fuori piove. Hanno una loro veste nuda, parole pronunciate a bassissima voce contro un muro bianco, a una sedia vuota. Funzionano benissimo raccolti in piccole plaquette, come questa, elegantissima, con opere di Luca Bonfanti, anch’esse morandiane, come il contorno delle parole racchiuse in spazi bianchi, che ci dicono chi non possiamo essere, e per quale causa; che cosa abbiamo perduto; che cosa ci resta. Ma anche la possibilità del ritorno, del togliersi una maschera senza inforcarne un’altra ma rimanendo nel silenzio, come a contemplare il lento rifiorire delle cose, la loro verginità davanti al nostro sguardo, alla bocca tenuta chiusa, in attesa, per non sporcare la verginità di un fiore. Il libro, per Lorenzo Gattoni, è fatto di poche parole.
Vedi cos’altro ancora
posso dirti, il tempo
il tempo è così poco
è così poco tutto
che avere fretta è stare fermi
e poi è così bella la malattia
dell’attesa, così piena
di catrame e di tramonto
(testo sulla quarta di copertina, in forma di manoscritto)
Compitu Re Vivi 
La poesia di Gattoni è composta, per citare il titolo dell’ultimo suo libro corposo, di “misure di vuoto”, intese in senso anche musicale. Una selezione di parole nel silenzio, un giardino zen di versi, alla cui etica ed estetica converrebbe ispirarsi.
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Molto bello questo testo di Lorenzo sulla quarta di copertina, non lo conoscevo. Il valore del “poco”, in poesia, è altissimo. E non solo in poesia. luisa pianzola
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Pur se speso al massimo della sua essenza , il linguaggio appare perfettamente risolto ; sancito da una chiusa sorprendente di rara efficacia metaforica a cui non è difficile aderire con sincera empatia .
A Gattoni un augurio di buon proseguimento !
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