Fiammetta Giugni: note di lettura di Carla Bariffi

Fiammetta Giugni, PER UN’ARCHITETTURA DEL SÉ, Edizioni CFR 
note di lettura di Carla Bariffi

5 Per un'architettura del Sè, Fiammetta Giugni

Necessità del verso, si denota in questa architettura del Sé, di un verso che viene dall’origine, da una ricerca di fondamenta solide, dal bisogno di difendere l’appartenenza.
I muri di una casa, la casa dei nonni, dove la figura del padre predomina, la casa degli echi – e qui Fiammetta cita alcune strofe in dialetto – è il luogo per eccellenza.
La casa è la madre, madre è la casa che ospita i ricordi, che li coltiva, come l’orto che la poeta vede crescere, dove la mano è strumento, e la fatica il riscatto.
Il libro si apre a modo di invocazione:

Tienimi
Come l’albero tiene un nido
Tienimi proprio così
Perché non sappiamo
Dire
Se c’era un nido fatto per quell’albero
O c’era un albero fatto per quel nido

Tienimi
Perché sappiamo
Ancora meno di tutto quel che siamo

Tienimi forte
Sospesa all’innocenza
Di questa nostra saggia inconoscenza.

*

Da: Per un’architettura del Sé (una casa come pretesto)

Murus Magister

Fra pietra antica e pietra
Nel vuoto interstizio muschioso
Il mio occhio si posa
E la sintassi soppesa
Armoniosa dell’opera conclusa

Pare capire
Che fra verbo e verbo
Di uomo e di fatica
Si infonda un senso illuso
Che di nulla si nutre
Eppure resta

Pare che scinda
E unisce.

Come tractus et ductus congruunt
(e il disegno che ho nella mano
Diventa impalcatura, costruzione e opera)
Così
Ogni attesa ha il suo verso
Che la soddisfa

*

L’amore adesso lo faccio anche così:
colmando furiosamente i vuoti
con la pienezza della lingua,
padre

ma non aver paura
perché è salvo il tuo paesaggio
e il tuo pudore.

Tra parentesi Fiammetta ha messo una frase importante che denota l’umiltà del Poeta, quella di saper racchiudere nel palmo della mano una cosa preziosa, un dono, un’opera d’arte, sapendo di doverne avere cura.

*

Più a fondo
Mi conosco negli anni
Nell’ossidazione
Nello sgretolamento
Della mia struttura

Mi riconoscerò alla fine del tempo
Come se il mio Sé
Fosse esistito da sempre.

C’è, in questi versi, un desiderio di ricongiungimento molto forte, alla terra e alle sue radici, che sembra non temere la morte.
Il Sé qui prende una valenza universale, vuole *espandersi* mischiarsi, fluire…

* * *

La casa accende
Il giardino stempera
…e l’orto
Oh!, sempre caro l’orto
a entrambi gli sguardi

(Lago e riva)
Lo sguardo del poeta è sempre ambivalente, scruta al di là dei margini, sonda le profondità…così Fiammetta descrive bene la “Cucinaccia”, la cucina dei suoi avi, le pagine più piene di questo Sé incontenibile, descrivendola con grande maestria, descrivendone la vita.

Oh! che per l’invòolt io cedo
alla fascinazione del fonema
tutto un bene nascosto
un presagio
scuro trionfo di palato
a coperta sulla vocale lunga
lunga di speranza
oro bruno intra muros
né manca a questa casa
un invòolt:
il regno dell’umido
della febbricitante fermentazione degli umori
era il riposo insonne delle proteine
delle caseine
il sedimento lento probiotico
degli odori sudori
era il tesoro raffermo della gola
la costola tra il fuori
(de ciùn e vàca e vìgna)
e la cucina
nella cantina era tutto un intennà
un tastà
un voltaepìrla e müfa
e un “Laga stà!” urlato ai redesìn gulùus
adesso è il pegno
pagato al mio inconscio
(curiùus)

Ci inoltriamo verso altri esercizi, perché questa lettura ci porta dentro la persona, nella sua professione di medico veterinario.

Da: Esercizi di sottrazione

VII

il guaritore porta una ferita

il bravo guaritore porta una ferita

(ho fatto nascere tanti animali
il silenzio del premito
squarciava la stalla

le mie mani di veterinario
volevano farsi invisibili
volevo essere

solo l’ala intelligente
dell’angelo del parto).

[E qui ci metterei l’Angelo di Klee…]

7 commenti

  1. Un’interessantissima proposta di lettura! I versi della Giugni emanano un profondo senso di intimità e calore. Un grazie a Carla Bariffi che li ha accolti con levità e misura al fine di farne risaltare il suono e il contenuto.

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  2. Grazie Rosa, avrei voluto scrivere di più ma come ben saprai, non bisogna forzare la scrittura,…
    ci sono parecchie cose che accomunano il nostro sentire, esiste una certa *affinità elettiva* anche in poesia.

    a presto!

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  3. Grazie a Carla e ai generosi commentatori!
    Che aggiungere?
    La casa del Sé attende tutti quelli che vorranno venirmi a trovare

    f.

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