Ultime mie cose

Sulla rivista IL SEGNALE, percorsi di ricerca letteraria n. 119, si possono leggere due cose mie:

Una recensione al libro di Maria Grazie Cabras DIE IN TUNDU (girogiorni) Edizioni Cofine 2020

“…siamo di fronte a una lingua ricomposta a frammenti, per lallazioni, per immagini singole, per suoni cantilenanti; ed è dunque, questa, una poesia che si pone nelle tematiche dell neodialettalità come strumento di riesumazione di valori: etica come disincrostazione del perduto, del non più pronunciabile.”

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Un intervento intitolato LE PAROLE AL CONTRARIO

“E per finire: c’è un piccolo roseto che cresce, all’inizio del cancello, attaccato ai rami di un nocciolo. Ha spine aguzze, cattive, bellissime rose rosse. Lo taglio ogni anno, agli inizi della primavera, ma ricresce sempre, caparbio. Stamattina ho deciso di lasciarlo crescere, di legarlo al vecchio nocciolo, saldamente.”

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Su Gradiva n. 59/2021, una recensione al libro di Massimiliano Magnano, D’INTRATTABILE TEMPERAMENTO. MARIO GRASSO, PARADOSSI E PAROSSISMI DI IN INTELLETTUALE FUORI DALLA GRAZIA DEGLI UOMINI, Sciascia 2019

Certo, l’opera di Mario Grasso non può riferirsi esclusivamente al tema della denuncia e dell’indignazione. Piuttosto essa indica chiaramente come la posizione dell’artista non deve limitarsi al raggiungimento di esiti formali apprezzabili. L’opera, nel caso di Grasso, sembra informarsi della grandiosa disomonegeità del mondo, di una metamorfosi incessante delle forme che, alimentando le parole, spingono la lingua tutta nel grande fiume eracliteo dell’infinito incedere, dell’infinito essere e non essere.

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